Non ho tempo, ho altro da fare
«Non ho tempo. Ho altre cose da fare». Questa risposta mi viene spesso data dai bambini del catechismo, ai quali, regolarmente, rivolgo l’invito a venire alla Messa domenicale. È indubbio che si tratta di una risposta suggerita implicitamente o esplicitamente dai genitori. Certo è che se un bambino ti risponde in questa maniera c’è molto da preoccuparsi.
È una espressione che è sintomo della malattia del nostro tempo: una vita molto frammentata, complessa, vissuta con un ritmo accelerato, sempre proiettata nelle cose da fare, schiava di un meccanismo spersonalizzante, dove l’esperienza religiosa “tradizionale” è relegata all’ultimo posto.
La frequenza regolare alla Santa Messa, accolta come momento centrale della festa ha la forza di riportarci a quella unità interiore dopo una settimana di probabile dispersione, stress, preoccupazioni, insuccessi.
Unità interiore che fa spazio alla luce di quella Speranza che ti incoraggia ad andare avanti oltre ogni ostacolo. È questa possibilità unica che i genitori devono riscoprire per sé e offrire ai propri figli perché imparino, piuttosto, a rispondere: «Certo che verrò a Messa!»
Don Daniele
cfr. foglietto 16-24 novembre 2024
Ma il Purgatorio esiste davvero?
Durante la nostra vita terrena siamo chiamati a crescere nell’amore per trovarci saldi e irreprensibili davanti a Dio Padre, al momento della morte. L’incontro con il Signore nell’eternità richiede una purezza assoluta.
Ogni traccia di attaccamento al male deve essere eliminata; ogni deformità dell’anima corretta. La purificazione deve essere completa, e questo è appunto ciò che è inteso dalla dottrina della Chiesa sul Purgatorio. Questo termine non indica un luogo, ma una condizione.
Un aspetto decisamente importante che la tradizione della Chiesa ha sempre evidenziato, va oggi riproposto: è quello della dimensione comunitaria. Infatti coloro che si trovano nella condizione di purificazione sono legati sia ai beati che già godono pienamente la vita eterna sia a noi che camminiamo in questo mondo verso la casa del Padre.
Come nella vita terrena i credenti sono uniti tra loro nell’unico Corpo mistico, così dopo la morte coloro che vivono nello stato di purificazione sperimentano la stessa solidarietà ecclesiale che opera nella preghiera, nei suffragi e nella carità degli altri fratelli nella fede.
La purificazione è vissuta nel vincolo essenziale che si crea tra coloro che vivono la vita sulla terra e quelli che già godono la beatitudine eterna.
Da una catechesi di San Giovanni Paolo II
cfr. foglietto 9-17 novembre 2024
Le Sante Messe per i defunti
La celebrazione della Santa Messa per un defunto è un atto di preghiera e di intercessione a favore della sua anima. Durante la Messa, il sacerdote e la comunità pregano per l’anima del defunto, chiedendo a Dio di perdonare i suoi peccati, di concedere la pace e la gioia eterna e di accoglierlo alla sua presenza. Le preghiere e le suppliche offerte durante la Santa Messa sono un segno di amore, di compassione e di speranza per l’anima dei nostri cari.
La celebrazione della Messa per i defunti è anche un modo per esprimere gratitudine e amore verso di loro. Attraverso la Messa, offriamo a Dio il nostro ringraziamento per le loro vite, per il tempo che abbiamo condiviso con loro e per tutto il bene che hanno portato nel mondo. Inoltre, l’Eucaristia per i defunti offre un sostegno anche ai vivi: è un’occasione preziosa per rinnovare la speranza nella vita eterna e per ricevere il conforto del Signore quando soffriamo per la perdita dei nostri cari.
N.B. Il celebrante può ricevere l’offerta per una sola intenzione di Messa. Quando si ricordano più defunti, le Sante Messe eccedenti alla prima intenzione vengono celebrate durante la settimana, o fatte celebrare dai sacerdoti che si trovano in terra di missione.
Don Daniele
cfr. foglietto 2-10 novembre 2024
Adorazione nella vigilia dei Santi
Giovedì prossimo 31 ottobre, la chiesa di San Giacomo di Fagagna resterà aperta dalle 20:30 alle 23:00 per l’adorazione al Santissimo Sacramento e le Confessioni (con la presenza dei padri saveriani), per una degna preparazione alla Solennità dei Santi e alla Commemorazione dei Fedeli Defunti.
Ci prepariamo alla solennità dei Santi innanzitutto accostandoci con gioia ai sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia, per crescere nell’amicizia con il Signore e conformare sempre di più la nostra vita al suo Vangelo.
Ci prepariamo anche ad una fruttuosa preghiera per i defunti. In particolare, nel pomeriggio del 1º novembre e per tutto l’ottavario dei defunti, potremo fare dono dell’Indulgenza alle anime del purgatorio che desideriamo ricordare con maggior affetto, perché possano affrettare l’ingresso in Paradiso, se non fosse ancora avvenuto. Alla Confessione e alla Comunione eucaristica va aggiunta la visita in chiesa o in cimitero dove recitare il Credo e una preghiera (Ave Maria, Salve Regina, o altro), secondo le intenzioni del Santo Padre.
Don Daniele
La gnòt dai Sanz (di Pre’ Bepo Marchét)
Ce scûr usgnòt! Un scûr fís e pesànt
che quasi al fâs fastidi a là indevànt:
a ti pâr di palpâlu e che, disfàte,
qualchi ánime a svóli pa fumàte.
A sùnin la lôr liende lis cjampànis:
a son lì dongje e al pâr ch’a sein lontànis,
cun che lôr vôs ch’a prèe vaínt,
e il bòt si slárgje a stent: tant penge a jè la gnòt.
Tirínsi in cjâse: il fogolâr nus cláme
cu la lûs e il calôr ch’à fâs la fláme.
Ma cemût èse usgnòt? A mûr in gole
la peràule; si tâs e si pendóle…
E a végnin su dal cûr duc’ i ricuàrs
dai nestris vièj di cjâse ch’a son muàrs.
Al pararès di dì ch’a van atôr
pe strade a scûr, cirint la cjase lôr.
No si àlcial il saltél? No àe cricât
la puarte? Qualchidun l’à di jessi entrât…
La nòne, il barbe, il fradi muart in vuére,
a tornin duc’ a cjâse cheste sére.
Si tírin dongje e ognún al cîr il lûc
la ch’aj plaseve sta vizín dal fûc.
Il nôno al pense: «A è dute la famée:
su mo il Rosari!». E al vólte la cjadrée.
cfr. foglietto 26 ottobre – 3 novembre 2024
Prepariamoci alla festa dei Santi
Velocemente ci avviciniamo alla festa dei Santi e alla Commemorazione dei Defunti: due giorni particolarmente cari alla tradizione cristiana, purtroppo disturbati dal fenomeno commerciale “Halloween” intriso di superstizione, di ricerca del macabro e dell’occulto e, a “livelli più alti” di trasgressione, spiritismo e satanismo. Non dimentichiamoci che Halloween è una festa importante per i satanisti e corrisponde alla vigilia dell’anno nuovo secondo il “calendario delle streghe”.
Mi piacerebbe che, per tempo, i genitori preparassero i propri figli a celebrare la meravigliosa festa dei Santi e la grata memoria dei defunti per i quali siamo invitati a pregare nella certezza che anche loro pregano per noi, in forza della Comunione dei Santi che lega il Cielo e la Terra.
Sono feste che riscaldano il cuore e che infondono la nostalgia dell’eternità, che ci spingono a guardare il cielo stellato del Paradiso che apparirà in tutto il suo splendore solo dopo il tramonto di questa vita, quando potremo riabbracciare coloro che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio della vita e della fede.
Don Daniele
cfr. foglietto 19-27 ottobre 2024
L'illusione della medicina alternativa
Capita di trovare in pizzeria un volantino che ti propone un “menu” di cure alternative alla medicina convenzionale che promettono un immediato sollievo psicofisico e spirituale, imbevuto di una spiritualità e di un’antropologia incompatibile con la fede cristiana rivelata che ha come centro l’uomo/Dio, Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo.
Non è facile resistere al fascino di queste terapie e religiosità e alla promessa di salute e di benessere che offrono. Purtroppo le persone che si avvicinano sono spesso sprovviste di strumenti con i quali valutare questa nuova fenomenologia medico/religiosa rischiando di cadere nella trappola di venditori di “fumo” senza scrupoli. Venditori, appunto, perché anche la medicina alternativa ha i suoi percorsi e le sue tariffe.
Nella percezione della propria fragilità e della propria transitorietà, nella fatica del vivere, nel momento della malattia, del lutto e della crisi, il fascino della “scorciatoia” è sempre presente. Affidarsi a cure sensate, alla fede e alla speranza cristiana è la via maestra per uscirne più forti e più umani.
Per chi desidera approfondire:
Giuseppe Mihelcic, “Religiosità e medicina alternativa” , Dario Flaccovio Editore, 2014
cfr. foglietto 12-20 ottobre 2024